Più recente è la polemica scoppiata circa la chiusura della costruenda pista atta ad ospitare il “Red Bull Wide Open”, competizione internazionale di free ride bike che si sarebbe dovuta tenere a Livigno. Anche in questo caso si sono sprecate le critiche utilizzando la solita retorica che indica nella burocrazia e nelle troppe regole italiane la causa dello stop all'iniziativa. In linea generale concordo con queste critiche al Sistema Italia, ma nella fattispecie no, perché da quel che ho letto i lavori sono stati interrotti causa difformità dal progetto iniziale approvato. E qui inevitabilmente mi sorge un quesito: ma costava tanto fare le cose per bene, secondo norma? Se è vero che il progetto è stato cambiato in corso d'opera senza permessi, a me pare un messaggio immorale accusare chi lo ha bloccato.
Sicuramente si potevano fare le cose con il minimo impatto ambientale, ma come spesso accade si è provato a scavalcare le regole sperando che poi, a cose fatte…
Viceversa, questa volta il gioco non pare riuscito e allora diventa facile, per non dire comodo, scaricare le proprie responsabilità sull'impersonale mostro della burocrazia e di uno Stato ingessato.
Ancora una volta ci scontriamo quindi con una notevolissima insensibilità di organizzatori, amministratori, manager, impresari etc. nei confronti del nostro paesaggio e del nostro ambiente naturale: finché questo stato di sotto cultura prevarrà, dovremo aspettarci serenamente ancora altre bocciature e sconfitte.