Rifugio non custodito - Mambretti Luigi [2004m]

Sorge in alta Val Venina, su un poggio erboso, sul versante destro orografico della Valle di Caronno.

Servizi
Riscaldamento
Wc
Acqua fredda
Presenza luce elettrica
Possibilità di cucinare
Sconti associati CAI
Accesso: Agneda
Località di partenza: Agneda Quota di partenza: 1228 m Dislivello: 700 m Tempo di percorrenza: 2 ore Difficoltà: Escursionisti[E]

Agneda si raggiunge staccandosi sulla sinistra della SS. 38 dello Stelvio all'uscita di Sondrio in direzione di Tirano. Traversata la ferrovia e l'Adda si procede verso Busteggia (fraz. di Piateda 2 km da Sondrio) da qui, e da Piateda Località Dosso (4 km c. da Sondrio) si imbocca sulla destra la deviazione per la Val Venina e Agneda che si raggiunge in 10,5 km (gli ultimi 1.5 km sono su strada sterrata). Lasciata l'auto al termine del pianoro dopo l'abitato di Agneda, si sale per la ripida carrozzabile e poco prima della diga si devia a sinistra traversando la forra del torrente su un ponticello. Per comodo sentiero si raggiunge la casa dei guardiani della diga e si prosegue sulla stradina che percorre la sponda orientale del lago fino nei pressi di una grande casa prima della quale si prende un sentiero che sale verso sinistra e prosegue in un alternarsi di bosco e radura fino al pianoro dell'Alpe Caronno. Oltre il pianoro, il sentiero, ben segnalato, sale con molti tornanti un dossone boscoso e sbuca sui pascoli che precedono il rifugio che in breve si raggiunge.

Traversate

Al Rifugio non custodito Donati Ottorino 2504 m (EE; 3-4 ore).

Ascensioni

Punta Scais 3039 m e Pizzo Redorta 3038 m per la via normale. Dislivello: 1034 m dal rifugio alla vetta. Difficoltà: F (alpinistica) il Pizzo Redorta; PD (passi di III e IV) la Punta Scais. Attrezzatura: corda, piccozza e ramponi. Tempi di salita: 4 ore dal rifugio alla vetta. Prima ascensione: Il Redorta fu salito da un gruppo di topografi nel 1830 (Prima ascensione alpinistica: F. Besta, R. Bonfadini, A. Buzzi, L. Ginomi, G. Orsatti e A. Rossi il 15 settembre 1874). La Punta Scais fu salita dalla guida Antonio Baroni con L. Albani, G. Nievo, L. Bonetti e I. Zamboni il 3 luglio 1881.

Percorso
Dal rifugio prendere la buona traccia che quasi pianeggiante si addentra in direzione SE nel vallone morenico occupato in alto dalla Vedretta di Porola. Raggiunto il greto del torrente originato dal ghiacciaio si prosegue puntando verso il largo basamento della rocciosa cresta NW della Punta Scais. Scavalcata verso destra la morena che divide il bacino della Vedretta di Porola da quello della Vedretta di Scais, si prosegue per rottami nel vallone di quest'ultima rinserrato fra i versanti meridionali della Punta Scais e quello settentrionale del Pizzo della Brunone. Messo piede sul ghiacciaietto lo si rimonta (qualche crepaccio) fino ai piedi di una ripida impennata quasi al termine.
Punta Scais: prima del risalto del ghiacciaio volgere a sinistra e risalire per chiazze nevose e rottami il versante SW della Punta Scais puntando alla base di quello più a destra dei tre canali che lo incidono. Questo canale, in alto stretto a camino per un breve tratto, sbuca al profondo intaglio della cresta sud della Punta Scais, fra la vetta e il Torrione Curò a destra.
Percorrendo ora il crinale della cresta verso sinistra si supera una placchetta (passo di IV) e si giunge in vetta.
Per la discesa è consigliabile effettuare tre brevi corde doppie da 20 m su ancoraggi già esistenti lungo l'itinerario di salita.
Pizzo Redorta: superare il ripido risalto del ghiacciaio e con leggera deviazione a sinistra puntare all'evidente intaglio che si apre sulla cresta fra la Punta Scais a sinistra e il Pizzo Redorta a destra. Dall'intaglio (Bocchetta di Scais 2900 m c.) si piega a destra risalendo per facili rocce rotte la cresta Nord del Redorta raggiungendone in breve la sommità.

Cartografia

Kompass 1:50.000 «Foppolo Valle Seriana»; IGM 1:25.000 «Piateda» e «Pizzo del Diavolo»; 1:50.000 «Sondrio»

Non sono presenti Escursioni attive.
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